"Ambizioso e audace l'accostamento di due capolavori così diversi tra loro da parte di interpreti tanto giovani, che tuttavia reggono brillantemente il confronto discografico con formazioni assai più collaudate e celebri [...] Caratterizzata da suono morbido, pieno ed incisivo, calibrato sul colore del pianoforte, la lettura del Quintetto di Dvorák è all'insegna di una cantabilità appassionata ma mai spampanata, frequente rischio per tanta musica slava [...] Tutt'altro spessore e tutt'altra atmosfera nel Quintetto di Shostakovich [...] musica esaltata dai nostri eccellenti interpreti con un caleidoscopio di sonorità e di alternative agogighe, che da dopo l'entrata in scena del pianoforte vira verso un'atmosfera di sensualità sempre più struggente, con screziature d'inquietante sovreccitazione."
Cd del mese Classic Voice, dicembre 2011
"Bello questo disco. Matteo Fossi e il Quartetto Savinio sopra le righe [...] I giovani interpreti entrano a piene mani nelle due poetiche senza paura di "sporcarsi" [...]"
Nicoletta Sguben, Amadeus